Ogni anno nel nostro Paese ci sono circa 160 ragazzi al di sotto dei 24 anni che decidono di farla finita. Negli ultimi due decenni si è registrato un aumento del 13 per cento.

Suicidi giovanili, strazio che interroga

Quindicenne si toglie la vita a Potenza, una coetanea tenta di farlo a Milano.

 

DA MILANO GIULIO ISOLA

Lui, un quindicenne di origine indiana, adottato da una famiglia di Potenza, ha forse deciso di farla finita per una delusione d’amore. Così si è dato fuoco ed è morto. Lei, stessa età, milanese, si è gettata sotto il metrò. È stata salvata in extremis, ma perderà un braccio. Perché? Forse non aveva accettato la separazione dei genitori. Forse, forse, forse…

Occorre ripeterlo mille volte quando si tenta di indagare le ragioni che por­tano un adolescente a scegliere di ‘chiamarsi fuori’, di non vivere più. Per­ché anche quando la motivazione sembrerebbe evidente – il giovane lu­cano aveva inviato un sms per spiegare il suo gesto – in realtà non c’è mai una sola ragione, un solo impulso. Dietro quella scelta di morte si intrec­ciano e si sovrappongono decine di sollecitazioni negative, di pensieri di­storti e fuorvianti. 

Forse, neppure loro, i ragazzi che non vogliono più vi­vere, potrebbero dire spiegare cosa c’era davvero dietro quel loro, terribi­le, innaturale, tragico salto nel nulla. Ieri Pransath Folliero, aveva mandato tre messaggini alla sorella, a un vi­cino di casa e a un amico: «Non ce la faccio più, sto per buttarmi. Mi tro­verete sull’asfalto», Così, per una delusione d’amore, si è suicidato dan­dosi fuoco con la benzina e gettandosi poi da una scalinata. Era stato a­dottato nel 1996 da una famiglia di Pignola (Potenza). Ieri mattina ha pre­so un autobus e invece di dirigersi al Liceo scientifico «Galilei», dove frequentava la IH, ha raggiunto una scalinata in centro. Dopo aver posato lo zai­netto, in cui aveva messo una bottiglia piena di benzina, ha preso il cellulare e ha inviato i tre sms. Poi il gesto fatale. Poco dopo l’arrivo della madre e del­la sorella (di due anni più grande). 

La ragazza era a scuola, all’istituto tecni­co commerciale «Nitti», alla periferia della città. In centro è stata accompa­gnata da un collaboratore scolastico a cui, durante il tragitto in automobile, aveva raccontato che Prasanth da alcuni giorni era triste, non mangiava. Tut­to a causa di «una cotta» sfortunata. Null’altro. Almeno in apparenza. I due fratelli, infatti, erano perfettamente integrati, benvoluti e amati dai genitori. Lui frequentava la parrocchia con un passato da chierichetto, si divertiva con chitarra e tastiere, non disdegnava lo sport. Senza particolari problemi né di studio né di amicizie.

Molto simile la vicenda della ragazzina milanese che ha tentato di togliersi la vita. 

Ieri mattina, invece di andare a scuola, è scesa nella stazione Primatic­cio della Linea 1 del metro e si è gettata sotto il treno. Un gesto, avrebbe spie­gato la mamma, mai preannunciato prima. 

Qualche difficoltà l’aveva già in­contrata: una bocciatura scolastica, i genitori separati, forse un po’ di gelosia verso il fratello più piccolo. «La mamma – hanno riferito i carabinieri – ha det­to che la figlia l’anno scorso era stata bocciata e che era seguita da uno psi­cologo ».

Ma il nonno, Pietro V., ha smentito categoricamente che soffrisse di problemi psichici. «Non aveva mai assorbito il colpo della separazione dei ge­nitori, ma non c’era nessun segnale che facesse presagire un gesto simile». 


I SUICIDI GIOVANILI IN ITALIA IN UN ANNO 

 + 13%  la crescita del tasso di suicidi giovanili negli ultimi 20 anni 


 
38 i suicidi a causa di malattie 


 
40 i suicidi per motivi affettivi 


 31 suicidi per motivi economici 


 
78 i suicidi di cui non sono stati accertati i motivi 


 
159 Totale dei suicidi in un anno
 

18/24  la fascia di età in cui si verificano più suicidi 

 I dati Istat si riferiscono a suicidi accertati da Polizia e Carabinieri di giovani fino a 24 anni nel 2007